Il miracolo del sangue

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di Giuseppe Cavallaro

Il Miracolo era il sangue sudato dalla Madonna in diversi  momenti a partire dal 22 dicembre 1592, quando celebrava all’altare dell’Annunziata  P. Nicolò da Ficarra, monaco, abitante nel convento dei Frati Minori, “la venerabile statua di nostra Signora cominciò a mandare fuori dalla faccia un sudore acqueo, e in tal copia che se n’empie un paraffino di vetro: Finita la Messa vi fece il padre  un fruttuoso sermone, ed ecco cadere dalla medesima faccia della Vergine alquante gocce di sangue…Si chiamarono allora a consulta più fisici, per discutere se potevano quei sudori essere naturali in quel marmo e tutti conclusero che no, come testificò molti anni addietro un gentiluomo di Naso, il cui genitore era stato uno di quei fisici e aveva avuto l’onore di difenderne  in carta le ragioni, per darne conto all’Arcivescovo di Messina, loro prelato” Era allora Arcivescovo di Messina Mons. Antonio Lombardo (1585-1597), questi volle accettarsi del fatto miracoloso e attinse una goccia di liquido dal paraffino,ponendola sul palmo della mano. Nello stesso istante si vide la gocciolina pendere dall’altra parte della mano. Il Prelato la rimise nel paraffino esclamando:” Mirabilis Deus in sanctis suis et in Matre mirabilissimus”.

La seconda volta fu vista sudare sangue il 2 marzo 1613 mentre si festeggiavano i sabati della Madonna, la chiesa era affollatissima: Al Vangelo si lesse il tratto della trasfigurazione; predicava Fra Biagio da Cammarata e alle parole “Reslenduit sicut sol” che il padre voleva applicare alla Vergine Santissima, tutto il clero e il popolo vide il volto della statua risplendere con luccichio di sudore di sangue. La gente presente, tra le grida e lacrime, implorava misericordia.

La terza volta avvenne il 18-gennaio- 1614, ancora di sabato si rinnovò il prodigio. Fu proprio Mons. Pietro Ruiz, Arcivescovo di Messina (1609-1618) ad approvare il fatto come miracoloso dopo le dovute informazioni giuridiche. 
Due altre volte si vide sudare il Simulacro Verginale, ciò fu nel 1648 e nel 1670. Tutte e due le volte la Vergine sudò poche stille di sangue e i Ficarrese le tengono ben conservate in due calici…e chi va a vederli non può rimirarli cogli occhi asciutti, considerando l’amore che la Regina del cielo ha testificato a quel suo popolo devotissimo con tali dimostrazioni di sangue”.

Questo è quanto il gesuita Domenico Stanislao Alberti scriveva nel suo libroMeraviglie di Dio, in onore della sua SS. Madre, riverita nelle sue celebri immagini in Sicilia (stampato a Palermo nel dicembre del 1717).

L’autore Alberti  iniziava il suo lavoro sull’Annunziata di Ficarra domandandosi: “ Io non so se la SS. Vergine abbia date maggiori dimostrazione di amore verso i suoi fedeli col concedere loro le grazie, o piuttosto col compatirli nelle comuni necessità, fino a sudar più volte eziandio sangue”.

Giuseppe Cavallaro

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