FICARRA-30-GENNAIO-2016
La nostra piccola comunità ha voluto dare il proprio contributo all'invito del Santo Padre, rileggendo, in un triduo di riflessione e di preghiera il messaggio del 1-Gennaio 2016 sulla Pace e a conclusione del mese ha comprovato quanto pregato e riflettuto con una marcia della pace per le vie cittadine. I protagonisti sono stati i bambini e i ragazzi della Catechesi con i loro genitori, essi attraverso i cartelloni hanno sottolineato la gravità dell'indifferenza e invitato contemporaneamente a fare tutti gli sforzi per superarla a qualsiasi costi pur di guadagnare la Pace.
Riflessione-messaggio:
Per la celebrazione della 49^ Giornata Mondiale della pace, il 1 gennaio 2016, papa Francesco ha inviato un messaggio che dovrebbe indurre noi tutti a riflessione e al cambio progressivo di atteggiamenti, decisioni e azioni per contribuire alla costruzione di un mondo di giustizia e di pace:
“Vinci l’indifferenza e conquista la pace”.
L’invito di papa Francesco si rivolge a una umanità che sta sperimentando quella che lui stesso ha definito una “terza guerra mondiale a pezzi”.
Tante le guerre in atto sulla faccia del Pianeta; ingenti e sofisticate le quantità di armi sulla cui produzione e commercio pochi si fanno ricchi di una ricchezza sporca del sangue di tanti, vittime innocenti a cominciare dai bambini, migliaia di loro costretti anche a diventare soldati, a combattere nelle guerre.
Tanti gli atti dei diversi terrorismi con la pretesa assurda da parte di alcuni di giustificarli con il riferimento a Dio; tante le violazioni dei diritti umani fondamentali, le violenze e gli abusi, ancora una volta soprattutto sui bambini e sulle donne; tante le persecuzioni per motivi etnici e religiosi e le prevaricazioni.
Troppe, impressionanti le forme di ingiustizia, di fame, di sete, di mancanza di terra, di casa, di lavoro e di salute, cause di migliaia di morti ogni anno; di corruzione e di evasione, di ingenti guadagni da parte delle organizzazioni criminali con il silenzio e la complicità di tanta gente che vive e si comporta con l’assuefazione troppo facile al male e con i disinvolti compromessi che incrinano la fedeltà e la coerenza.
Tante persone fanno fatica e rischiano di diventare marginali e di essere scartate, conseguenza di quella cultura dello scarto che così spesso denuncia papa Francesco; per cui si scartano le persone, le relazioni, le esperienze positive, il cibo, gli utensili, proprio tutto…. .
C’è ancora tanta indifferenza nei confronti della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi per coprire l’atteggiamento di padronanza, di dominio, di usurpazione, di inquinamento di cui si constatano disastri terribili, tanto che il grido dei poveri e il grido della Terra diventano un unico grido.
Ci sono ancora troppa superficialità e trascuratezza riguardo alle dimensioni fondamentali dell’essere umano con l’esaltazione del possedere, del successo, del prestigio, del potere…trascurando così la cura dell’anima, la sensibilità del cuore, la profondità della coscienza, la cultura, l’arte, la poesia, la musica, la preghiera, la contemplazione.
Tutte queste dimensioni positive così necessarie sono purtroppo carenti ma è la loro presenza nella storia che concorre alla costruzione della pace.
Papa Francesco indaga sull’atteggiamento dell’indifferenza ponendo in relazione quella verso Dio e quella verso i fratelli; purtroppo si chiudono il cuore e gli occhi per evitare preventivamente di essere interpellati e poi coinvolti; queste posizioni si diffondono e si ramificano, diventano globali e provocano inerzia e disimpegno diffusi per cui permangono gravi ingiustizie e squilibri sociali, insicurezze e condizioni per reazioni violente.
L’indifferenza diffusa contagia le istituzioni e la politica e si trasforma in progetti di mantenimento del potere e delle ricchezze, anche se in questo modo si continuano a calpestare i diritti fondamentali di persone, comunità e popoli, aggravando ulteriormente la loro condizione.
A seguire è molto forte e vibrante l’appello di papa Francesco alla conversione del cuore, a partire proprio dal Dio della misericordia che si interessa, cioè prende a cuore e si prende cura della condizione e delle sorti dell’uomo: osserva, ascolta, partecipa, perdona, libera; in Gesù di Nazareth si rivelano pienamente queste attenzioni; perché vive continuamente la compassione verso tutte le persone, con attenzione a quelle più fragili, deboli, esposte, ammalate, marginali.
Una Chiesa è credibile se segue queste scelte; chi decide di seguire Gesù è verificato dalla sua disponibilità ai fratelli.
In realtà tutte le donne e tutti gli uomini di buona volontà dovrebbero sentirsi chiamati a assumere l’amore, la compassione, la misericordia, la solidarietà come programma di vita per restare umani e diventarlo maggiormente contribuendo così alla giustizia, alla verità e alla pace.
Ci si chiede da chi dipende la nostra maggior o minor disponibilità a vivere queste dimensioni così fondamentali. Tra le risposte emerge il riferimento sempre urgente e necessario al processo educativo e ai soggetti che dovrebbero contribuirvi.
Papa Francesco nella sua lettera indica: le famiglie, gli educatori e i formatori e come contenuti fondamentali la libertà, il rispetto reciproco, la solidarietà: anche gli operatori culturali e i mezzi di informazione svolgono un compito di particolare rilievo se scelgono di porsi al servizio della verità e non di interessi particolari: i mezzi di informazione infatti non solo informano, ma anche formano.
Papa Francesco afferma che la pace è frutto della cultura della misericordia e della solidarietà e poi si sofferma sui segni positivi presenti sul Pianeta.
Nello stesso tempo evidenzia le gravi carenze riguardo, ad esempio, alle questioni dei migranti e dei carcerati; della moltitudine di persone senza terra, tetto, lavoro, istruzione, salute.
Esorta a nutrire integrità spirituale e morale, ammonisce a non trascinare altri popoli in conflitti e guerre, alla cancellazione o alla possibilità di una gestione sostenibile del debito internazionale dei Paesi più poveri sospinge a politiche di cooperazione rispettose dei valori delle popolazioni.
Esprime fiducia nelle possibilità di bene dell’uomo. Così ci dice: “Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, la pace è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne che sono chiamati a realizzarlo”.
L’anno giubilare della Misericordia può essere un tempo favorevole che in realtà deve diventare fonte di educazione e maturazione per diventare compassionevoli, capaci di annunciare e testimoniare la misericordia, di perdonare e donare, di condividere le condizioni di vita nelle più disparate periferie esistenziali; per non cadere nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire e di aderire alla verità, nel cinismo che distrugge.
Vinciamo l’indifferenza.