L'Annunziata: evento di cieli nuovi

di Nino Barraco

Si squarciò il cielo. Nella furia della terra, nel terrore dei superstiti, tra le macerie dei morti, qualcuno gridò ancora più forte del terremoto:  E’  viva, è viva!. Era la piccola Cudduredda, la bambina emersa dopo due giorni, quasi per miracolo, dalle pietre del Belice.

Quel grido, quella voce,, l’inimmaginabile che accade, che prorompe, che svela l’impossibile della vita, che squarcia il cielo, nella morte della storia, nello strazio degli uomini.

1 – Guardo questa Madonna di Ficarra, donna dell’annunzio, vergine della gioia inaspettata, silenzio che riceve la voce lontanissima, inenarrabile, di un mistero. La novità, lo sgomento, lo stupore che annunzia la liberazione, la salvezza dei morti sotto le macerie della storia. voce che viene da un oltre, da un altrove, che entra nella vulnerabilità, nel limite, che riempie la terra di una Presenza esagerata, eccessiva.

La notizia di Qualcuno, di un Dio che nasce dal grembo di una ragazza. Profezia e necessità, tensione e attesa, presagio di un rapporto felice, di una nuova alleanza di festa, di un patto nuziale, esterno, con noi stessi con i cieli.

2 – L’angelo del Signore disse: Ecco, concepirai un figlio.

È l’annunzio della vita, che arriva dopo l’implorazione dei millenni, il sorriso di un Dio al mondo, che reinventa la creazione, che sposa il tempo, che restituisce all’uomo la sorpresa del futuro.

Di questa sorpresa abbiamo bisogno, di una voce che, ancora una volta, proclami, l’anno di grazia del Signore, la liberazione dei prigionieri, la salvezza degli oppressi, la vista dei ciechi, il lieto messaggio dei poveri .

Un annunzio di pace, di pane, di dono, di ulteriorità, che dica lo stupore dell’infinito, la bellezza dell’invisibile, la contemplazione della in evidenza.

3 – Troppe macerie ci hanno travolto. Abbiamo bisogno di un sogno, di una redenzione, di quel grido altissimo che lungo la strada, verso la chiesetta antica, acclami ancora: Evviva la gran Signora Maria!.

È il lamento dei deboli, il pianto dei poveri, la sofferenza di tutta la terrache geme e soffre i dolori del parto. È la preghiera che invoca, è la ragione della vita, più forte della morte, che si riappropria di quelle stelle trapunte sul manto dell’Annunziata.

Evento, straordinarietà di questo Giubileo, merito di una fede che qui, a Ficarra, ci fa oggi partecipi di un dono, conservato e trasmesso da secoli sino a noi. Secondo la parola di Giovanni: Quello che abbiamo veduto e udito, quello che abbiamo contemplato, che abbiamo toccato con le nostre mani, ora lo annunziamo anche a voi. 

Un anno Santo, una Madonna, la fanciulla ebrea che raccoglie nel cuore e genera nel grembo la voce dell’angelo. L’annunciazione come evento di cieli nuove e terra nuova, la gioia di trasalire, la voglia del futuro, il bisogno di difendere il cuore, la bellezza, il mistero, dalla brutalità, dal cinismo, dall’aridità, dalla disperazione.

Nino Barraco

Orario delle Sante Messe

Festivo

Ore 8,15  Chiesa Madre
Ore 9.45  Chiesa San Francesco Matini
Ore 18.00 Chiesa Madre

Feriale

Ore 17,30 Chiesa Madre

La Messa Prefestiva verrà celebrata nella Chiesa delle Logge

 Ore 18,00 Chiesa delle Logge

 

 

L.

 

 

Santo del giorno

san francesco d'assisi pastore e martire

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